Novembre 2020
Mai come quest’anno a causa del Covid, riunioni e ritrovi in generale sono diventati difficoltosi e praticamente proibiti. Particolarmente complesse sono state anche le approvazioni dei bilanci, che dovevano essere effettuate, anche con modalità telematiche, entro il 31.10.2020. Spesso, negli ultimi tempi, a fronte della mole di soggetti da convocare, ci siamo sentiti dire che è stato un grave “errore” quello di far associare tutti a prescindere, solo per il fatto di essere semplici fruitori delle attività istituzionali proposte dall’ASD.
Non tutti, infatti, hanno ancora ben compreso quale sia la differenza fra associato e tesserato.
Nonostante le due qualifiche possano coincidere, si tratta di figure che hanno caratteristiche diverse e quindi non vanno confuse.
Il tesseramento è un rapporto – di durata annuale – che intercorre, perlopiù, fra organismo affiliante (Federazione, ente di promozione sportiva, etc) e soggetto fisico interessato a praticare un’attività sportiva, con la collaborazione dell’ente sportivo. In sostanza quest’ultimo fa “da tramite” affinché il privato possa tesserarsi.
Una volta tesserato, il singolo avrà il diritto di partecipare alle competizioni e di vedersi riconosciuti i risultati e avrà anche alcune tutele, come quella assicurativa e sanitaria. Il tesseramento comporta ovviamente alcuni obblighi in capo al singolo e vanno opportunamente verificati prima di richiederlo.
La qualifica di socio presuppone la conclusione di un contratto fra l’ente e il soggetto intenzionato a farne parte, condividendone gli obbiettivi.
Il rapporto associativo è a tempo indeterminato, salvo la possibilità di recesso e di esclusione dall’associazione. Le ipotesi e le modalità di “uscita” dall’associazione sono regolate dallo statuto, che quindi deve essere letto con attenzione e approvato. Quanti di noi quando hanno firmato la lettera di ammissione a socio di un’Associazione hanno realmente letto lo Statuto???
Dalle caratteristiche di associato e tesserato è facile trarre alcune conclusioni:
- l’associato potrebbe non essere necessariamente un tesserato, ad esempio perché non intende o non può partecipare all’attività sportiva. Ci sono però alcune federazioni che prevedono l’obbligatorietà del tesseramento in capo agli associati;
- il tesserato non deve obbligatoriamente essere un associato, poiché potrebbe essere interessato a partecipare all’attività sportiva, ma non a quella di mera organizzazione/gestione dell’associazione;
- l’associato deve divenire tale solo per espressa volontà, non per atto imposto, cioè come condizione per poter partecipare all’attività sportiva.
- nel momento in cui un soggetto diventa associato, acquisisce pari diritti e doveri di tutti gli altri soci e pertanto se ne dovrà tenere in debita considerazione sempre, soprattutto in sede di convocazione delle assemblee.
Vale, da ultimo, la pena precisare che sempre più spesso l’amministrazione finanziaria nelle proprie verifiche va a verificare se la vita associativa ha realmente avuto corso, verificando come sono state eseguite le convocazioni, come sono stati redatti i verbali di assemblea, se sussistono i quorum di deliberazione, se sono state acquisite le firme di presenza in assemblea, etc.. E’ altrettanto vero che in sede contenziosa tocca spesso al contribuente, e quindi all’associazione, far presente all’Agenzia delle Entrate che tesserato e associato sono figure diverse e che non sempre coincidono o possono coincidere.