Febbraio 2023
Durante il 2022 a seguito dell’incremento dei costi dei carburanti e dei fatti contingenti alla guerra in Ucraina, il governo aveva adottato il Decreto Legge 14/2022 noto come “Decreto Ucraina” all’interno del quale una misura era dedicata alla possibilità per i datori di lavoro di riconoscere ai propri dipendenti dei buoni carburante (o titoli analoghi) beneficiando di un’esenzione previdenziale e fiscale. Di fatto, un datore di lavoro poteva liberamente valutare su acquistare a favore di uno o più dipendenti, delle carte carburanti purché nel limite di 200 euro e con attribuzione (e quindi messa disponibilità) al lavoratore entro il 31 dicembre 2022.
La misura era stata molto apprezzata da ambo le parti del rapporto di lavoro perché oltre a essere esente da ritenute previdenziali e fiscali, non si cumulava con il limite ordinariamente previsto per i fringe benefits, creando un binario parallelo. Tra gli altri aspetti, la soglia di esenzione dei fringe benefits era stata anche innalzata eccezionalmente nel 2022 da 258,23 a 3.000 euro.
Sulla scorta di questa esperienza, l’attuale Governo ha pubblicato il Decreto Legge 5/2023 (c.d. Decreto carburanti) ormai prossimo alla conversione in legge, rieditando all’articolo primo la medesima misura. Tuttavia le cose non sono mai come sembrano, infatti la Camera durante l’iter di conversione ha inserito un emendamento che offre delle precisazioni sul bonus carburante rendendolo decisamente meno attrattivo rispetto la sua versione 2022. La novella dispone testualmente che “l’esclusione dal concorso alla formazione del reddito del lavoratore, disposta dal primo periodo, non rileva ai fini contributivi”. In altri termini, il benefit in esame sarà esente solo sotto il profilo fiscale ma nell’ambito previdenziale comporterà un onere aggiuntivo di circa il 30% a carico datore di lavoro e di più del 9% a carico dei lavoratori.
Rimanendo poco margine per ulteriori interventi è ragionevole ritenere che l’emendamento sarà confermato rendendo il bonus carburante decisamente meno attrattivo. E per chi lo avesse già riconosciuto si dovrà adeguare a seguito della pubblicazione, come consuetudine, della circolare dell’Inps.