Marzo 2018
Nelle nostre rubriche mensili abbiamo spesso discusso dell’importanza del controllo di gestione e dell’organizzazione aziendale anche nella piccola e media impresa. A nostro avviso, si tratta dell’imprescindibile termometro aziendale col quale tenere costantemente monitorato l’andamento delle proprie performance.
Oggi vogliamo offrire una chiave di lettura più pratica, utile per chi decidesse di interfacciarsi per la prima volta con questo nuovo approccio della gestione d’impresa.
Il punto di partenza è sicuramente l’analisi swot, ovvero un documento di sintesi che si potrebbe paragonare ad un’introspezione aziendale.
L’imprenditore ed il consulente sostanzialmente non fanno altro che fotografare la situazione economica, patrimoniale e soprattutto organizzativa dell’impresa al tempo zero, ad oggi. L’obiettivo è quello di poterla poi raffrontare a quella dei principali competitor, sui quali viene fatta la stessa operazione (ottica di “benchmarking”), e trarre da questo processo conclusioni circa la strategia organizzativa vincente da porre in essere quanto prima.
L’analisi swot si suddivide nell’approfondimento di quattro sezioni differenti, ciascuna a suo modo determinante nel contribuire all’obiettivo che si vuole raggiungere: una strategia d’impresa redditizia e vincente per il soggetto analizzato.
Le quattro sezioni da considerare affinchè l’analisi swot sia puntuale sono: punti di forza dell’impresa, punti di debolezza, opportunità e rischi. I punti di forza sono sostanzialmente gli aspetti dell’impresa che la rendono preferibile ai competitor sul mercato, siano essi di prodotto, organizzativi, relativi alla struttura di costi contenuta o afferenti alle innovative modalità con cui ci si rivolge ai propri clienti. Tutto quanto insomma crea reale valore aggiunto per l’impresa.
I punti di debolezza sono al contrario tutte quelle fasi caratterizzanti l’impresa che sono migliorabili e attualmente non performano come dovrebbero: si tratta anche qui di aspetti specifici e singolari per ogni impresa, i quali possono fare riferimento a problematiche produttive, distributive, finanziarie o anche relative per esempio alla compagine aziendale intesa come insieme di risorse umane. Potrebbe rendersi necessaria una riorganizzazione aziendale sulla base di questi rilievi, potrebbero emergere strategie fiscali da porre in essere per migliorare l’impatto della gestione delle tasse sull’andamento economico, considerazioni relative alla struttura di costo del lavoro o semplicemente strategie produttive migliori rispetto alle attuali.
Le opportunità sono l’insieme delle condizioni potenziali che già esistono ma non sono utilizzate. La struttura attuale d’impresa potrebbe intraprenderle solo qualora ci fosse una variazione rispetto alla attuale strategia d’impresa. Esse dipendono dal mercato di riferimento al quale si appartiene, analizzato in base al comportamento dei propri clienti di riferimento, alle nuove tendenze di processo o di prodotto, all’andamento dei prezzi e al potenziale di sviluppo inespresso.
I rischi sono quei fattori aleatori e incerti che potrebbero caratterizzare negativamente il proseguo dell’attività aziendale ma ancora non interferiscono con esso. Conoscerli è determinante per far sì non intacchino la struttura d’impresa e condizionino quindi le sue performance.
L’analisi combinata di queste quattro categorie prende il nome quindi di analisi swot, con la produzione di un documento di sintesi che è alla base di qualsiasi strategia di organizzazione aziendale.