Aprile 2017
Sovente quando si hanno progetti e sogni imprenditoriali e si pensa di iniziare un’attività economica si contatta per prima cosa un commercialista.
La costituzione di una società o l’apertura di una partita iva per l’esercizio di attività in via autonoma, tuttavia, sono pratiche basilari che ogni consulente, si spera, è in grado e deve saper offrire. Come sceglierlo quindi?
Magari i prezzi saranno leggermente diversi, le tempistiche differenti in relazione all’attività ordinaria e all’organizzazione che caratterizza lo studio ed il professionista a cui ci si rivolge, ma in sostanza le pratiche obbligatorie con l’Agenzia delle Entrate e la Camera di Commercio non si può dire differiscano o portino esiti differenti, perlomeno per coloro i quali rispettino e conoscano la normativa (cosa comunque non trascurabile visto ciò a cui si assiste giornalmente). Srl, società di persone o ditta individuale? Regime contabile semplificato o ordinario? E queste nuove opportunità del regime forfettario?
Sono comunemente queste le domande che un consulente si fa e di cui discute, interrogato dal nuovo cliente. Tali quesiti sono però più o meno comuni a qualsiasi professionista ed a qualsiasi soggetto desideroso di iniziare, da Bolzano a Palermo, che l’impresa sia metalmeccanica o il potenziale cliente intenda offrire consulenza matrimoniale. La normativa cambia in relazione al soggetto che si ha di fronte, certo, ma complessivamente rimane sempre la stessa. La disciplina contabile e fiscale del nostro Paese infatti offre un numero determinato di possibilità, studiate e vagliate, le quali sono semplicemente le uniche soluzioni prospettabili al cliente, non ci si inventa nulla, non si hanno ulteriori possibilità di manovra.
La normativa è indubbiamente importantissima, va applicata alla regola e quindi preliminarmente conosciuta, ma per i discorsi fatti poc’anzi se fossi un nuovo cliente tenderei a darla per scontata, a pretenderla.
Soprattutto perché tutte queste formalità burocratiche nel medio termine porteranno davvero pochi benefici al progetto imprenditoriale che sta per partire.
Il commercialista, per come lo intendiamo noi, non può essere visto come un costo da sostenere esclusivamente per l’inizio attività e per il proseguo della stessa giusto perché c’è sempre stato e deve esserci.
La sua professionalità va valutata in relazione ai benefici che può apportare all’impresa neo costituita, che ovviamente si pensa possa avere un futuro lungimirante (altrimenti perché costituirla?) e quindi necessiti di una figura valida che possa affiancarla nelle decisioni strategiche e nel susseguirsi degli esercizi economici, specialmente per un neo imprenditore.
Oltre agli obblighi previsti dalla Legge, dalla normativa fiscale e dal Codice civile quindi, dal nostro punto di vista il consulente deve saper valutare gli aspetti collaterali caratterizzanti la situazione del soggetto che intende iniziare l’attività economica, il tipo di settore in cui intende operare con peculiarità e criticità del caso, stimare il volume d’affari presunto per il primo esercizio. E’ fondamentale prospettare al cliente il tipo di investimento inziale che lo aspetta, i rischi strategici da considerare e guidarlo nell’ingresso nel “campo dell’impresa/attività indipendente”.
E’ largamente diffusa la platea di soggetti, ad esempio, che non tengono in considerazione i problemi finanziari che un inizio attività può implicare, buone idee imprenditoriali spesso svaniscono sul nascere non tanto per l’incoerenza dell’iter del progetto o la non apprezzabilità del mercato, quanto per l’incapacità di gestione della fase iniziale dello stesso e la concentrazione sul solo espletamento delle formalità di Legge.
Il consulente deve dedicarsi ad evitare proprio questo, non limitandosi a “compilare carte” ma affiancando la partenza del progetto imprenditoriale grazie alla propria esperienza amministrativa e gestionale nel campo dell’impresa, acquisita negli anni e con una vasta platea di interlocutori.
Le miriadi di situazioni che ha quotidianamente la fortuna di conoscere, le infinite opportunità che incontra e può prospettare nei più svariati settori economici conoscendone preliminarmente i risultati raggiunti e le problematiche emerse, la tangibilità dei propri interventi in chiave di miglioramento e organizzazione aziendale, devono certamente sommarsi alla conoscenza della normativa in vigore.
Se così non fosse però sarebbe giusto essere considerati dei costi fissi, e i costi fissi, lo sappiamo bene, non son mai piacevoli per le imprese.