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Maggio 2016

Con questo articolo vogliamo dare qualche spunto a qualsiasi imprenditore per valutare la redditività della propria azienda, piccola o grande che sia, senza presunzione di esaustività, poiché la “gestione aziendale” è un argomento amplissimo per il quale servirebbe molto più spazio/tempo per poterlo trattare completamente.

Premessa per poter effettuare una buona analisi gestionale di un’azienda è la presenza di strumenti atti a questo scopo. Indispensabile, anche se purtroppo non sufficiente è, prima di tutto, un buon bilancio e una buona contabilità sottostante. Sembra una banalità, ma questo documento, il più delle volte sottovalutato e utilizzato al solo fine del calcolo delle imposte, è in realtà il primo strumento informativo per l’imprenditore. Il bilancio, infatti, è indispensabile per la gestione di un’impresa. Ovviamente andrà riclassificato ed interpretato per tradurre i dati in esso contenuto in numeri, percentuali ed indici che permettano all’imprenditore di governare la propria impresa ed averne il pieno controllo. Non è sufficiente redigerlo una volta all’anno in sede di chiusura dell’esercizio ma è necessario predisporlo anche infrannualmente e periodicamente per monitorare costantemente l’andamento dell’azienda.

Un imprenditore non può accontentarsi di visionare un bilancio solo all’anno, magari il mese di aprile dell’anno successivo a quello di riferimento. Questo perché i dati e le informazioni che potrebbe estrapolare dal bilancio sarebbero ormai obsolete e di scarsa utilità.

Il bilancio dovrà essere redatto in modo leggibile, completo e confrontabile fra un esercizio e l’altro. Tale strumento può considerarsi un “asso nella manica” solo se redatto in maniera corretta, puntuale e nei tempi giusti.

Detto questo, un primo, essenziale, indice che tutti gli imprenditori dovrebbero imparare a calcolare regolarmente è il MARGINE DI CONTRIBUZIONE. Ossia, se vendo un prodotto a 10 euro e per produrlo sono stati impiegati 7 euro tra costi fissi (leasing, costi per servizi, ecc.) e variabili (ad esempio, la materia prima, energia elettrica, gas, manodopera, ecc.) il suo margine di contribuzione sarà di 3 euro. Il margine di contribuzione può definirsi il surplus positivo guadagnato dalla messa in produzione di un dato prodotto. La presenza positiva del margine significa che è stata creata ricchezza, cioè che c’è un utile da distribuire o da destinare al rimborso di eventuali debiti.

Ciò che è importante, non è il calcolo una tantum di questo indice ma bensì il suo costante monitoraggio, per capire se l’azienda è “sulla giusta strada”, se una data linea di prodotto è redditizia o se bisogna porre in essere dei correttivi per “assestare il tiro”.

Altre variabili che l’imprenditore deve imparare a calcolare e a tenerne sotto controllo al fine della corretta gestione della propria impresa per migliorarne la redditività possono essere:

  • La RESA DEL PERSONALE: si è a conoscenza del valore aggiunto che crea il personale nell’unità di tempo considerata? Quali scostamenti può subire tale dato nel futuro rispetto al dato attuale e sulla base di quali variabili? Se la resa effettiva è troppo bassa, cos’è possibile fare? E’ possibile reimpiegare il personale in altre aree produttive? oppure si devono trovare soluzioni alternative? Ma anche qual’è l’INCIDENZA DEL COSTO DEL PERSONALE rispetto al fatturato?
  • La RESA DELLA COMMESSA: fino a quando conviene produrre un certo prodotto? Fino a quando risulta conveniente?
  • Qual è il PREZZO DEL NOSTRO PRODOTTO, dati i costi fissi e i costi variabili?
  • Si conosce LA CONCORRENZA? Fino a che punto è possibile farsi influenzare dalla stessa? Si conosce il mercato o i mercati potenziali?
  • La GESTIONE DEI CREDITI è monitorata? Si sa qual è la media d’incasso (quella reale non quella che si pensa di avere, dati gli accordi contrattuali con i clienti che si inserisco come dato in fattura, ossia i consueti 30, 60, 90 gg.)
  • Anche la GESTIONE DEL DEBITO, dall’altro lato, non è meno importante, poiché si deve capirne le cause e la sua composizione. I debiti che un’azienda può avere non sono solo quelli verso banche e fornitori, ma anche verso l’erario o verso soci, ecc.
  • L’incidenza degli ONERI FINANZIARI va conosciuta e monitorata per capire se si ha la possibilità di influenzarla ed poterla sgravare. In questo senso potrebbe risultare utile effettuare un’analisi sui tassi e sulle condizioni applicate dalle banche.

Queste appena citate sono solo alcune delle variabili che un imprenditore può e deve tenere in debita considerazione per la gestione della propria azienda, per far sì che attraverso un’analisi per scostamenti tra obiettivi e risultati si possa raggiungere il massimo successo.

L’impresa è un’entità dinamica non un dato di fatto, un “punto di arrivo” è un’entità modificabile, ma per far ciò occorre avere gli strumenti e le informazioni che permettano di plasmarla correttamente al fine di ottenere gli obiettivi prefissati.

 

 

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