Marzo 2022
Con la bolla speculativa attuale, il rincaro delle materie prime e la difficoltà di rintracciare disponibilità di manodopera, la fattibilità delle operazioni immobiliari dipende sempre più frequentemente dalla valutazione dei bonus fiscali sugli immobili e sugli interventi edilizi in via preliminare, anche per imprese, investitori o società immobiliari.
Differentemente da quanto si presume infatti, a prescindere dalla tipologia di immobile, dalla destinazione catastale o dalle caratteristiche soggettive del proprietario detentore, diverse sono le possibilità per massimizzare o meglio ridurre l’impatto economico finanziario di dette operazioni, combinando le varie normative di riferimento, e nello specifico gli art. 14 e 16 del DL 63/2013, la L.160/2019 e il DL 34/2020.
Se analizzata singolarmente, la normativa relativa ai vari bonus fiscali è di facile comprensione, ma è dalla combinazione dei testi di Legge e soprattutto dalla possibilità di applicare in via congiunta o meno le varie agevolazioni, sulla base di un’infinita serie di sfaccettature previste da norma e dalle interpretazioni di Prassi dell’Agenzia delle Entrate, che le diverse operazioni immobiliari possono preliminarmente dimostrarsi appetibili o meno.
In un momento particolare come quello del mercato attuale, spinto dal Superbonus 110% ma al contempo in una situazione di impasse per le note condizioni macroeconomiche, quella dei bonus fiscali è sicuramente una disciplina complessa dalla quale però non è assolutamente possibile esimersi per i players del mercato immobiliare e di conseguenza dei loro consulenti.