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Indagini del Fisco: attenzione a versamenti e prelevamenti

Indagini del Fisco: attenzione a versamenti e prelevamenti

Luglio 2017

Le indagini finanziarie rappresentano una delle forme attraverso cui il Fisco acquisisce materiale per effettuare accertamenti ed ottenere informazioni reddituali sui contribuenti.

Si sostanziano in documenti, rapporti, fascicoli intrattenuti ed ottenuti con e da Banche, Poste Italiane ed istituiti di credito.

Nella Finanziaria del 2005 sono stati estesi i soggetti con cui il Fisco può collaborare in un’ottica di maggiore trasparenza ma la vera novità è stata l’introduzione nel 2006 dell’Anagrafe Tributaria, una banca dati che consente ai funzionari dell’Agenzia delle Entrate o della Guardia di Finanza di acquisire quotidianamente e a piacimento informazioni e notizie in merito alle movimentazioni bancarie di determinati periodi d’imposta.

Si segnala nei periodi recenti un sempre maggior utilizzo del portale da parte dei funzionari.

Le indagini finanziarie sono spesso il punto di partenza per determinare reddito d’impresa e reddito da lavoro autonomo. Si parla di presunzioni legali relative alle movimentazioni per riferirsi a prelievi e versamenti non giustificati contabilmente per i quali il Fisco presume corrispondano interamente a ricavi non dichiarati e quindi da sottoporre a tassazione. Si desume quindi l’importanza di una contabilità ben registrata e costantemente revisionata da professionisti del settore.

Alcune pronunce della Cassazione (n. 228/2014 e 16440/2016 esempio) hanno stabilito che per i lavoratori autonomi non vale la presunzione per i prelevamenti, in quanto gli stessi, per gli imprenditori, si presume siano riconducibili ad acquisto di materia prima poi venduta “sottobanco”. L’attività degli autonomi non è invece collegata all’acquisizione e alla vendita di prodotti. Per cui cade la presunzione che rimane valida tuttavia per i versamenti.

Per la classica impresa che produce reddito d’impresa invece va prestata molta attenzione, in quanto il contribuente è gravato dall’onere di provare prelevamenti e versamenti non inferiori a 1.000 euro su base giornaliera e a 5.000 euro su base mensile ogni qualvolta non vi sia rispondenza con le scritture contabili.

Si tratta di giustificativi che non avendo una contabilità ben redatta si è molto spesso impossibilitati a fornire, il che equivale a vedersi stimato come reddito tassabile l’importo versato/prelevato.

Molto spesso si considerano importanti le attività di registrazione contabile e affiancamento di un professionista solo successivamente ad essere stati “pescati” dal Fisco, si suggerisce invece previa informazione del contribuente un tempestivo adeguamento agli standard operativi fiscali e contabili che eviteranno spiacevoli ripercussioni future con l’Amministrazione Finanziaria: come sempre è meglio (e più conveniente economicamente) prevenire che curare.

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