Febbraio 2017
Oramai da decenni il contratto di lavoro, nella stragrande maggioranza dei casi, si sviluppa su un format “copia incolla” che ha perso significato e valenza per quanto concerne la flessibilità del lavoro, la tutela del datore di lavoro e anche il potere dello stesso di agganciare il “costo” ora lavorata alla produttività.
Il mondo impresa si è completamente trasformato e per rimanere competitive nel mercato le nostre aziende devono essere flessibili nei costi. Troppe sono le situazioni aziendali con struttura “lavoro a zavorra” e costi ora lavorata insostenibili nella distinta base del prodotto e/o servizio. Tutto ciò lo vediamo nei margini operativi che spariscono o si riducono di anno in anno anche se il prodotto e/o il servizio hanno un ottimo gradimento da parte del cliente e mantengono appeal nel mercato però a scapito dell’utile dell’impresa.
Il contratto di lavoro opportunamente studiato “come un vestito su misura” deve permettere al datore di lavoro di ottenere la prestazione attesa dal dipendente in cambio del corrispettivo pattuito.
Discrepanze nel corso del rapporto di lavoro tra Prestazione e Corrispettivo pattuiti devono invece garantire al datore di lavoro la flessibilità in uscita, la ripresa del “margine” per ora lavorata e la “produttività ora”.
La base indispensabile, per ottenere quanto sopra esposto, è tassativamente legata al Contratto di lavoro individuale tra Azienda e Lavoratore ed ai patti in esso contenuti.
Studio Stefani opera già da diversi anni in quest’ottica, con rilevanti risultati, misurabili preventivamente, per le nostre aziende, affiancando l’imprenditore nell’analisi della sua situazione costo lavoro/produttività e proponendo review per ottenere il “costo ora” ottimale data la realtà economica/produttiva in esame.
